sabato 12 novembre 2011

FINALMENTE

In questa sera in cui anche l'inverno romano sembra tornare al suo posto e finalmente sembra un inverno vero, con un po' di freddo novembrino,  non il solito tepore molliccio, avviene FINALMENTE l'evento atteso da un tempo infinito, un tempo perso insieme con le speranze delle piazze di questi anni e delle parole e dei gesti che le accompagnavano: l'Unto del Signore è andato via.

E' entrato e uscito dal Quirinale da porte secondarie, e già il simbolismo di questo traffico automobilistico appare davvero  perfido: è cosi' che la Presidenza del Consiglio è diventata libera.

Intanto, nella piazza del Quirinale, sotto i Dioscuri, una piccola orchestra ha suonato l'"Allelujah" di Handel;  la gente ha ballato e cantato, assiepata in una folla giocosa, festante, sollevata, come a volte abbiamo visto in altre città di Paesi del medioriente, dell'Asia estrema, liberati da tiranni, da dittature, da guerre.

"...ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto ..."

No, Skakespeare sarebbe troppo, è l'assonanza con l'inverno che lo ha richiamato, semmai è più adatta l'esclamazione di Roderigo di Castiglia- Togliatti: "........se n’è ghiuto, e soli ci ha lasciati...."

Certo, era riferita a Vittorini, e già questo basterebbe a scoraggiare qualunque paragone; infatti anche qui l'assonanza è solo sul suono della frase, abbastanza sgradevole e cattiva, maligna, da figurare adatta.

Insomma, devo affidarmi a improbabili citazioni, non ho le parole, non possono esserci, le grandi gioie sono mute. Del  resto fra analisi, lamenti, discorsi, molti anni sono trascorsi.

Ho voluto (io astemia) che brindassimo con un liquore (fatto da me) con i limoni del giardino del mare, serbato  per un'evento felice.
Anche il limoncello sembrava simbolico: autentico, genuino, persino dignitoso: le realtà che più sono mancate in questi anni.