martedì 15 giugno 2010

La metafora (di una parte della vita)

C'era una volta un grande guerriero, un valoroso combattente.

Aveva trascorso tutta la sua vita in guerra: era nato in un accampamento dove si preparava la battaglia, ultimo di una stirpe guerriera quant'altre mai, sempre in conflitto; era cresciuto ed era stato allevato nel culto della tensione che si scioglie nell'aggressione, nel corpo a corpo, nella lotta che, sola, può permetterti di conquistare lo spazio vitale, e di salvarti.

Adulto, aveva condotto mille battaglie, infinite lotte con tutte le armi possibili, interamente coperto dalla sua lucida armatura, che ormai era riconosciuta da lontano: un famoso guerriero che aveva fatto del mestiere delle armi la sua ragione di vita.

Sempre in sella sul suo fido cavallo aveva percorso infinite geografie di luoghi ignoti, in cui sempre si era battuto con onore, a volte vittorioso, a volte sconfitto e ferito anche gravemente, ma sempre senza mai indietreggiare, senza mai fuggire, senza mai abbandonare il campo di battaglia.

Un giorno, mentre percorreva contrade ignote, e si era spinto molto più in là di qualsiasi altro luogo conosciuto, d'un tratto si rende conto, non sa bene come, che dietro l' ultima collina troverà i nemici più forti e temibili che mai abbia dovuto affrontare, i più spietati e feroci, che stanno ad aspettarlo.

Con calma cavalca sul crinale della collina, e dall'alto vede l'accampamento, i preparativi per accendere i fuochi nel crepuscolo: sa che i nemici possono vederlo, anche loro sanno che è lì e domani alle prime luci dell'alba verranno a cercarlo.

Il guerriero torna indietro e, con calma, si accampa per la notte, la notte della battaglia più importante. Sa che domani potrebbe non avere scampo, è solo, la lotta è impari, domani potrebbe trovare la morte.
Il guerriero è tranquillo, la sua armatura è più lucente che mai, le sue armi affilate e sicure.
Ha tutto quello che gli serve, e si addormenta.

L'indomani è già sveglio prima dell'alba, non vuole arrivare in ritardo al suo appuntamento, alla battaglia della sua vita: monta sul cavallo, addirittura lo sprona al galoppo.
Finalmente arriva sull'altura della sera precedente, e guarda nuovamente in basso: la scena è ancora più animata e terribile, i guerrieri sono innumerevoli, un'intera armata feroce e pronta a partire per cercarlo.
Il guerriero vuole precederli, sa che la sorpresa può giocare a suo favore e aiutarlo, è esperto ed è una tattica che ha già usato, sta per slanciarsi dall'alto col cavallo, ma....d'un tratto si ferma, impietrito.

Si guarda: guarda le sue gambe, le sue braccia, le sue mani, il suo corpo: le gambe sono nude, le braccia sono nude, le mani sono nude, tutto il suo corpo è nudo.

Non ha armi, non ha armatura, non ha nulla: è alla battaglia della sua vita completamente nudo.

E, all'improvviso, si rende conto che ha tutto quello che gli serve.