mercoledì 22 settembre 2010

La vignetta che avrei voluto scrivere io (3)

Mercoledi 22 settembre, di ElleKappa.
Due donne sedute, quella che legge il quotidiano informa l'altra: " Interessante test per la maggioranza" e l'altra: "Verifica il casalese che è in te".

ElleKappa, come sottolinea Altan (che la stima moltissimo ed è l'unica "collega" che citi) scrive "sull'oggi" e questo è prezioso, ma va spiegato, ahimé, dopo un po'.
Il riferimento è qui al pronunciamento della Camera dei Deputati sulla richiesta della magistratura di usare le intercettazioni a carico di Nicola Cosentino, emissario dei Casalesi presso le istituzioni patrie, e tuttora in Parlamento.

La Camera ha negato l'autorizzazione.

mercoledì 8 settembre 2010

Cronache dal traffico (1)

Inauguro oggi questo spazio di "cronache dal traffico" non per innestare inutili lamenti nè per informare di lavori in corso, ma perchè stare seduti nelle scatole di metallo e plastica che ci portano di qua e di là ha degli aspetti intriganti .

Sono convinta, per esempio, che l'aria condizionata, che ormai hanno pure le cilindrate minime, escluda da una gran quantità di contatti umani, forse interessanti.
Io ricordo sempre con nostalgia un "aggancio" con uno spiritoso motociclista, vestito in modo gradevole - nè da oppresso travet nè da easy rider fuori tempo - moto grande e robusta, che a ogni semaforo di una strada piena di interruzioni, in una mattina di un luglio infuocato, chiedeva con garbo se potevamo fare un po' di strada assieme, a me che lo affiancavo in auto, col finestrino aperto.
A un semaforo ulteriore educatamente si presentò, e al mio gesto di fastidio (era un nome che mi evocava cattivi ricordi) subito propose, spiritosamente, di cambiarlo....io ero divertita, pure lusingata, ma sempre troppo seria dissi che non era necessario, che mi ero da poco accasata..... con un buffo gesto di disperazione, il motociclista disse che allora dovevamo separarci per sempre....e svoltò alla prima curva.

Un' altra volta, pomeriggio sempre estivo, io guidavo e un' amica mi stava a fianco, finestrini spalancati per la calura, fummo corteggiate a distanza ravvicinata da un'auto con due operai, probabilmente edili, che avevano sul tetto della loro scassatissima auto una porta addirittura.
"Con una porta sul tetto addirittura! non mi pare il caso!" si lamentava la mia amica, e però ridevamo....insomma, dopo molti anni ho anch'io l'aria condizionata, ma non l'accendo quasi mai.

Stamane invece andando al lavoro affianco a un semaforo una berlina e sono attirata dal contrasto fra la guidatrice - una donna dal volto aggrondato che fissa il semaforo cupa - e il suo figlioletto, che le somiglia molto, ma è sereno - seduto dietro sul suo seggiolino che tracanna con attenzione latte da un biberon.

Dapprima mi fermo sull'idea che non sono più solo gli adulti che ingoiano colazioni al volo per strada, ma pure i piccoli adesso....poi sono attirata da un fiotto di liquido che la loro auto perde dal motore.
Subito mi agito, comincio a suonare il clacson (non troppo forte, disturberei invano tutti, dato che la signora con l'auto che "perde" non mi è vicina), poi muovo le mani, le braccia per attirare la sua attenzione. Inutile, lei non se ne accorge, ha i finestrini serrati e dopo un po' addirittura guarda dall'altra parte, il semaforo che non diventa verde sembra averla incupita ancor più.

Chi è attratto, anzi rapito da tutto questo mio movimento è il figliolino, che abbandona il biberon, e col latte che gli cola dal mento sorride entusiasta, poi si agita di rimando lui pure, al mio sbracciarmi sbraccia, saluta credendo che io lo saluti.

Scatta il verde, la signora addirittura svolta dalla parte a me opposta e la perdo definitivamente.

Guido e penso che ho ottenuto col minimo sforzo il peggiore risultato: non l'ho avvertita e il figlio ha smesso di mangiare, sporcandosi.
Però, onestamente, mi sono divertita un sacco!

La vignetta che avrei voluto scrivere io (2).

Di Altan, due uomini su due poltroncine, il primo intervista il secondo con un microfono e gli chiede: "Lei pensa prima di parlare?"; e l'altro: "Mai, sennò perdo il filo".

Altan di nome completo è Francesco Tullio Altan, ed è il figliolo di Carlo Tullio Altan, che fu antropologo allievo di Ernesto De Martino, che ha insegnato nelle Facoltà di Sociologia ( di Trento, di Firenze) e che è stato il maestro di tutti gli antropologi italiani nostri maestri.

Carlo insegnava l'antropologia come una scienza che studiava l'uomo e le sue "reti" sforzandosi di iniettare l'idea che fosse necessaria una religione civile nel nostro Paese.

L'iniezione" è sempre stata rivolta agli studenti, ma anche ai politici, a chi leggeva i suoi scritti, a chi ascoltava i suoi interventi.

Non so quanti sociologi (e politici!) Carlo Tullio Altan abbia istruito e formato in questo senso; so per certo che il sociologo migliore che abbiamo in Italia, il più bravo, il più acuto, è lui, Francesco Tullio Altan.